“Il criminale è l’elettore. (…) La scelta è tua, tu l’elettore, tu, che accetti ciò che esiste; tu, che, con il tuo voto, sancisci tutta la tua miseria; tu, che, votando, consacri la tua servitù. (…) Tu sei una minaccia per noi, uomini liberi, anarchici. Tu sei pericoloso quanto i tiranni, come i padroni a cui ti consegni, chi voti, chi eleggi, chi sostieni, chi nutri, chi proteggi con le tue baionette, chi difendi con la tua forza bruta, chi aduli con la tua ignoranza, chi legittimi con la tua scheda e chi ci imponi per mezzo della tua imbecillità. (…) Se i candidati avidi di mandati e ripieni di stupidità, ti grattano la schiena e pizzicano il culo della tua sovranità di carta; se ti intossichi dell’incenso e delle promesse in cui sei stato immerso da coloro che ti hanno sempre tradito, chi ti ha ingannato prima e chi ti ingannerà di nuovo domani; questo è perché tu sei come loro. (…) Andiamo, vota! Abbi fede nei tuoi delegati, credi in coloro per cui hai votato. Ma smettila di lamentarti. I giochi che subisci, sei tu che li imponi. I crimini di cui soffri, sei tu che li commetti. Sei tu il capo, sei tu il criminale e, ironia, sei tu lo schiavo, sei tu la vittima.”
(A. Libertad, Le Culte de la charogne. Anarchisme, un état de revolution permanente (1897-1908), Marseilles, Agone, 2006.)
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