Complimenti

(fonte: web)

“Con il nuovo DL viene di fatto instaurato in Italia il modello israeliano, visto però dal punto di vista dei palestinesi. Stiamo per entrare in regime di apartheid.

Complimenti vivissimi a tutti quelli che a marzo/aprile facevano gli spiritosi, con la parola complottista sempre sulla punta della lingua. Ciò che allora ritenevano impensabile oggi è diventato improvvisamente giusto. Potere della mesmerizzazione mediatica.

Complimenti ai sostenitori dell’eccezionalismo di Draghi.Noi che siamo furbi, la troika ce la siamo messa direttamente dentro casa.

Complimenti agli antifascisti da salotto tappati in casa davanti a Netflix, mentre fuori facevano a pezzi quel poco che restava della nostra democrazia.

Complimenti agli scienziati e agli infermieri ballerini che hanno prestato il loro camice bianco per celare le camicie nere. Siete stati i cavalli (figli) di Troia del totalitarismo tecno-sanitario.

Complimenti a quelli che ancora girano per strada con quel ridicolo strofinaccio lurido sulla faccia, veri e propri performance artist della perdita di identità di questo disgraziato paese.

Complimenti infine a tutti quelli che si sono dati da fare in questi mesi per trasformare le nostre comunità in un laboratorio a cielo aperto sull’origine del Nazismo: delatori infami, collaborazionisti, kapò, squadristi mediatici, propagandisti, guerrafondai…

Un giorno la Storia vi giudicherà, statene pur certi.”

Considerazioni sulla “sicurezza a tutti i costi” – di Giovanni Marras

Si sta assistendo ad una escalation (ignobile) di sterile applicazione delle norme, dettate in tema di “contenimento” e concernenti l'emergenza sanitaria “Covid-19”, da parte di alcuni (per fortuna pochi ..) zelanti (forse anche latentemente frustrati?? Non si può escludere del tutto ..) agenti delle forze dell'ordine.
Intanto s'impone però una premessa importantissima: le forze di polizia della Repubblica sono costituite in larghissima misura da Signore e Signori di nobile animo, per cui va assolutamente evitata ogni considerazione "al ribasso" che faccia d'ogni erba un fascio, tale da offrire un'immagine degradata delle istituzioni preposte alla tutela della Collettività. Tuttavia v'è quella residua aliquota di soggetti in uniforme i quali ritengono di “adempiere” al loro dovere semplicemente applicando in modo pedissequo (ed alcune volte reinterpretandola ad hoc in chiave malevola) la “tale” norma straordinaria di limitazione delle libertà costituzionali ... e qui casca l'asino! Andrebbe illustrato a questi novelli “Gregg - la legge sono io” (per i non cinefili suggerisco la visione del film, interpretato dal solito Stallone hollywoodiano tutto muscoli e quasi zero cervello) che le disposizioni legislative si applicano “cum grano salis” e che chi è preposto ai controlli (controlli ... non giudizi sommari in stile inquisizione di Torquemada memoria) ha l'obbligo giuridico, oltre che umano e di buon senso, di mediare tra il contenuto della norma e la sua pratica applicazione. L’agente che esercita l'azione di verifica, pertanto, dovrebbe (e come detto, repetita iuvant, la gran parte degli appartenenti alle ff.oo. sono animati da tale sano spirito) contemperare il proprio agire in modo da costituire un serio riferimento – ed un conforto – per il cittadino e non già vestire l'armatura del samurai.
Specie in un momento sociale così delicato, l'afflato tra popolazione e rappresentanti della macchina di protezione e sicurezza dovrebbe essere elevatissimo, perché qualunque deriva autoritaria rischia d'innescare, infine, processi di disgregazione del tessuto sociale i cui effetti sono difficilmente prevedibili. 
Poiché i “mali non vengono mai da soli”, si sta assistendo, parallelamente, ad un ulteriore e preoccupante fenomeno: il “giustizialismo manettaro-repressivo” di certi campioni della “voglia di ordine a tutti i costi”. Questi esimi componenti dell'italica genia, che manifestano simpatia per ogni "azione forte" del "sistema Stato", rappresentano un'autentica iattura, in quanto contribuiscono considerevolmente ad esasperare un clima sociale già teso di per se!
Dall’angolo visuale dell’ex funzionario dello Stato, che ha profuso il proprio impegno per oltre un trentennio proprio negli ambiti dell'ordine e della pubblica sicurezza e della correlata intelligence, nonché della polizia giudiziaria, osservo che l'atteggiamento di "assoluzione d'ufficio" dello zelo di sparuti "rambo" costituisca un monstrum (anche iuris) non meno pericoloso (operate le dovute proporzioni ed applicati i necessari distinguo ..) dell'abito mentale del militare appartenente alle Schutzstaffel (SS) naziste, quando “si assolveva” dalla responsabilità di quanto commetteva in danno della popolazione civile asserendo di «non avere colpe in quanto esecutore di ordini»! Tale elaborazione (ma preferisco parlare di aberrazione) del “sentire la legalità” concretizza lo spettro d’una mentalità da schiavi, e purtroppo proprio questo tipo di (non) pensiero è quello che ha consentito (e che ancora consente) la nascita e l'affermarsi di totalitarismi e di dittatori. 
Piaccia o no, tutti coloro (senz’altro alcuni anche in buona fede ..) che sostengono l'automatismo della norma contribuiscono fattivamente a creare un pericoloso e velenoso humus sociale, che in futuro potrebbe allontanarci dalla civiltà.
Non dobbiamo scordare che quando un popolo abdica alla propria libertà, scegliendo la comoda opzione della sicurezza a tutti i costi, delegando quindi ad un ristretto novero di soggetti lo scorrere della vita, sia personale sia sociale, consente che si spalanchi il varco che conduce all'abisso del totalitarismo.

Coscienza e politica (di Corrado Malanga)

Il mondo della politica e della finanza si sta recentemente accorgendo che è importante introdurre il parametro coscienziale nella visione della mappa del territorio. Il recente libro che descrivo qui di seguito ne è un eclantante esempio.

IL NUOVO TOTALITARISMO E LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

Con questo titolo Roberto Siconolfi pubblica il suo primo saggio (Aga Editrice, Milano,2019), introducendo alcune sue riflessioni sul passato, presente e possibile futuro della società. In questo suo percorso, tocca alcuni aspetti della realtà attuale che ci stanno molto a cuore, utilizzando concetti su cui ormai da anni disquisiamo continuamente. Intanto si parte da una analisi della società contemporanea che per quanto riguarda la politica e la finanza mostra tutte le sue problematiche realizzative e tutti i suoi limiti strutturali e storici. Al di là delle definizioni e delle categorizzazioni che lo storico può fare, salta subito agli occhi il fatto che l’autore si sia accorto che si può puntare il dito sul concetto di dualità. Dualità dell’essere, della politica, dell’universo intero in sé, dualità nel vedere il mondo e nel giudicarlo, dove concetti come bene e male, acceso spento, ricco povero ma anche pieno vuoto, consapevole inconsapevole la fanno da padroni. All’autore non sfugge infatti l’osservazione che l’idea di dualità è stata da sempre utilizzata per categorizzare il pensiero della gente che così potrà dire di appartenere ad una delle due categorie del pensiero duale. Oggi ci si categorizza per esempio proclamandosi di destra o di sinistra ma anche, a livello sociale, come ricchi o poveri, cattolici o islamici, maschi o femmine, rispettosi delle regole sociali o rivoluzionari. Nella categorizzazione, l’essere umano, trova una sua collocazione e con essa la sua definitiva identità mancante. Se non sai dove sei collocato non sai chi sei; ma il problema sorge proprio quando, per un caso, un giorno ci si accorge che non siamo noi ad aver scelto dove stare. Quella scelta è stata subdolamente effettuata da altri che ci hanno detto quali erano le opzioni da scegliere e soprattutto quale poteva essere la scelta corretta per non incorrere in problematiche sociali. Era chiaro che chi ci diceva di scegliere fra i due fronti dei buoni e dei cattivi era chi ci comandava e chi aveva per definizione già stabilito cosa era buono e cosa no, per noi. Banalmente la politica si divide in destre e sinistre ed ognuna delle due fazioni dell’universo duale, ci dirà di votare per lei. Così noi, nell’istante in cui abbiamo effettuato la scelta ci sentiamo di appartenere a quella squadra e cominceremo a tifare per essa credendo ciecamente di appartenergli. In quell’istante ci sentiremo sollevati dallo sforzo di emettere sentenze in favore di questo o quel problema sociale perché è il partito che ci dirà cosa dire. Nell’istante in cui ti senti sgravato da tale compito, il categorizzato non sente più la responsabilità della res publica, che ha demandato al suo categorizzatore. Egli, con il tuo beneplacito, da quel momento, ha deciso e deciderà per te. Tale istante è quello che decide che tu hai abdicato la responsabilità di gestire la tua vita e tale istante è il momento in cui la tua consapevolezza mostrerà i suoi limiti. Quando uno è stato categorizzato nel pensiero, ecco che non ragiona più liberamente ma deve, per paradigma, sostenere ciò che altri dicono, anche se fosse tutto sbagliato. Si comprende che la consapevolezza del singolo individuo che ha subito il processo di categorizzazione è andata a farsi benedire. Il cittadino dell’era moderna risulta così in balia di chi lo gestisce sia esso un partito politico od un ospedale od una banca od una scuola. Bisogna far notare come tale processo di categorizzazione ha grande successo e serve per mantenere il potere nelle mani di chi lo gestisce da sempre, a causa della iniziale mancanza di consapevolezza degli umani che si lasciano categorizzare cioè si lasciano dire da altri chi essi siano e che ruolo debbano o possano recitare nella società. La mancanza di una propria consapevolezza fa si che il singolo cerchi se stesso negli altri cioè nel gruppo di appartenenza ed il potere, che sa benissimo queste cose, ci offre due possibilità. O stai con me o contro di me: ed ecco che il singolo si sente di appartenere ad una corrente di pensiero, ad un gruppo; ma l’esigenza della idea di appartenenza è solo legata alla mancanza di consapevolezza di sé. Gli individui così categorizzati difenderanno non la propria identità, peraltro inesistente, ma l’identità del gruppo nel quale credono forse di riconoscersi. Ma c’è un ma. Con il passare del tempo è inevitabile che la consapevolezza della gente aumenti e molti individui, non si riconoscano più nel proprio gruppo. Si ha così un fenomeno che dapprima sembra avere le caratteristiche di un effetto migratorio da una fazione all’altra. In questa prima fase chi era di destra si rivolgerà deluso alla sinistra e viceversa. Questa migrazione, con ribaltamento dei paradigmi di credenza del singolo, può accadere solo e solamente se la gente non ha consapevolezza di sé e dunque non ha le idee chiare, altrimenti certi fenomeni di trasformismo politico non sarebbero sopportati ma sarebbero condannati inesorabilmente. Ma dopo aver provato anche l’altra sponda, dopo aver passato una vita nelle file della Destra, essere diventati di Sinistra ed essere ritornati alla Destra, dopo essere stati ferventi cattolici, essere divenuti musulmani e ritornati ad essere cattolici, non si può più essere categorizzati e dunque si esce dal circuito imposto dal potere. Ed è storicamente, a questo punto, che nasce quello che Siconolfi chiama Nuovo Totalitarismo. Il Potere ha bisogno di creare una forza nuova che sembri alternativa alla dualità in cui il cittadino convoglierà le proprie speranze: una nuova forza cioè che si prenda ancora una volta su di sé la responsabilità che il cittadino non vuole avere ma che vuole delegare sempre ad un altro. Ancora una volta il popolo fallisce perché delega ancora ad altri la responsabilità delle proprie azioni, salvo poi non essere contento delle scelte che altri hanno fatto per lui. Ma come si fa a creare una terza via in un mondo che è gestito solo dalla dualità. Ed ecco comparire il Nuovo Totalitarismo, nelle sue numerose sfaccettature che sembrano anche bellicosamente confrontarsi come, in questo momento storico, l’esempio dato dalle forze che comandano nella UE contro lo strano bipolarismo integrato Salvini-Di Maio; forze che di nuovo non hanno niente ma che riuniscono il peggio delle due fazioni che lo hanno originato. In questa sorta di sincretismo politico, dove non esiste più la Destra o la Sinistra ma il centro-destra ed il centro-sinistra, dove si finirà per fondere anche le religioni monoteiste, che offriranno un solo prodotto da consumare, un unico tipo di oppio dei popoli, dove anche le banche si fonderanno in una unica orwelliana mega banca, il processo di globalizzazione prenderà forma. La mancanza di consapevolezza del cittadino, ancora una volta, gioca un ruolo importante nella riuscita di questo concetto politico perché egli non riconosce nel movimento le vecchie idee di destra e sinistra neanche tanto abilmente celate. Dal canto suo il potere che dapprima governava con la dualità, ora cerca di trovare una unica via globalizzante. Ed è da notare che questa rappresenta un controsenso vivente poiché essa può esistere solo se si ammette che la dualità, che fino a pochi giorni fa gestiva la nostra vita, fosse inesistente e fosse stata un vero e proprio inganno. Qui entra in gioco il concetto di resilienza, cioè la capacità di un sistema di resistere ai cambiamenti modificandosi senza modificare nulla o cambiando molto poco nel far credere che si è cambiato tutto.Mentre il target della dualità era far prevalere una delle due fazioni, che con le sue idee avrebbe diretto le operazioni di governance, il Nuovo Totalitarismo, proprio perché è costruito sulla fusione di due teste opposte, non può che sperare di sopravvivere facendo in modo che la consapevolezza della gente sia ridotta al minimo. Ciò significa che il Nuovo Totalitarismo avrà come massima aspirazione il raggiungimento di un preciso obiettivo: la incapacità da parte del singolo cittadino che appartiene al Nuovo Totalitarismo di non essere in grado di scegliere tra due qualsiasi opzioni. Ciò dimostra due importanti cose: la prima è che il dualismo iniziale era effettivamente falso e chiunque vincesse aveva vinto sempre il Potere con la P maiuscola, che è super partes anche alle due fazioni, qualsiasi esse siano state. I contenuti del pensiero di destra e di sinistra finiscono così per sovrapporsi nell’unico vero scopo: mantenere il potere sul popolo. Il secondo aspetto è legato al concetto di entropia. Nell’universo l’entropia è una misura non tanto dell’ordine o del meno disordine ma è una misura della consapevolezza, attraverso il concetto matematico e statistico di Informazione. Più informazione esiste, più l’entropia del sistema aumenta e con essa la simmetria del sistema, società compresa. Si può facilmente dimostrare che in un sistema sociale quando siamo in regime di dualità, l’entropia di un insieme di persone che hanno scelto, è più alta della entropia di persone indecise, a prescindere da qualsiasi scelta si tenga in considerazione. Siccome l’entropia si misura con un parametro indicato come consapevolezza di sé, ecco che se il potere riesce alla fine a non far mai scegliere a nessuno, su qualsiasi argomento, esso ha raggiunto il minimo valore di entropia possibile: il che rappresenta la maggior probabilità di mantenere il potere stesso, a causa della bassa consapevolezza degli esseri umani. Siconolfi dunque propone in questo testo una ovvia finale rivoluzione: non già militare, sociale, economica, politica e religiosa. Tutto ciò è già stato sperimentato dalla storia. L’unica rivoluzione rimasta è quella delle coscienze e questa è nelle sole mani del singolo prima che di un qualsiasi gruppo di persone pensanti.

Corrado Malanga

18/luglio/2019

https://www.facebook.com/notes/corrado-malanga/coscienza-e-politica/1345079615660656/