Un’ipotesi, una riflessione… – di Giovanni Marras

Testo gentilmente propostomi da Giovanni Marras, una persona davvero colta, intelligente, spirituale, piacevole e Amica. Felice e consapevole lettura a tutti! 🙂

UN’IPOTESI, UNA RIFLESSIONE … prima che trascorra il “Venerdì Santo”! Nel Tanakh Ebraico (il Pentateuco Cristiano), s’indica col termine “Pèsach”, in particolare, la cena rituale celebrata nella notte fra il 14 e il 15 del mese di Nisan (ossia il settimo mese del calendario Ebraico che, rispetto al calendario “Gregoriano” corrente, ricade nei mesi di marzo-aprile) in ricordo di quella che aveva preceduto la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Ma non solo, in quanto il Pèsach fa parte d’una festività rituale della durata di sette giorni denominata “Festa dei Pani non lievitati” (o Festa dei Pani Azzimi), che trae origine dalla celebrazione per il raccolto delle prime spighe d'orzo e del loro utilizzo per preparare focacce senza lasciare il tempo necessario per il formarsi di nuovo lievito, così da ottenere la fermentazione della nuova farina.

Stiamo parlando della più comunemente nota “Pasqua Ebraica”, nel quale periodo avvenne la cattura del Cristo Gesù, la sua messa a morte e la Risurrezione, evento quest’ultimo che si celebra, secondo la tradizione cristiano-cattolica (così venne stabilito a seguito del Concilio di Nicea a. 325 D.C.), la domenica successiva alla prima luna piena di primavera (poiché all'epoca dei primi computi l'equinozio cadeva il 21 marzo, questa divenne la data di riferimento) e che è preceduto dalla “Quaresima”, periodo liturgico che si rifà ai quaranta giorni ("quarantena" vi dice niente?) trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano.

Se si presta attenzione non è difficile rilevare come il profondo significato rituale di entrambe le fattispecie mistiche (che giungono a sovrapporsi) afferisca al medesimo “evento trascendente”: il superamento d’una data condizione a favore d’una nuova (“Pèsach” in quanto liberazione dalla schiavitù; “Festa dei Pani Azzimi” quale “fermentazione” di una nuova farina; “Pasqua di Risurrezione” come sconfitta delle tenebre e ritorno alla nuova luce della vita).

Senza voler dare alcuna specifica “schematizzazione” religiosa (perciò mi astengo da ogni riferimento tipico in tema), cercando di mantenere, quindi, una “equidistanza” dalle diverse professioni di fede, appare comunque chiaro che sia i periodi prodromici alla data commemorazione sia la ricorrenza finale sono profondamente intrisi di ritualistica, ossia di quella condizione fondamentale della cultura umana che si riscontra in tutte le societĂ , tal che, a ben osservare,  presenta caratteristiche costanti di universalitĂ  tipiche delle leggi naturali, così da interessare ogni forma di attivitĂ  individuale e collettiva (oltre che appartenere, per il credente, alla sfera del sacro) dell’Uomo.

Oggi sappiamo che i rituali, al di là della loro manifestazione esteriore, concorrono allo svilupparsi di energie importanti, idonee a produrre effetti non meno importanti non solo nell’ambito della materia ma (e soprattutto) del Multiverso quantico.

Negli annuali periodi quaresimale e Pasquale si concentrano le più rilevanti ed incisive ritualità, pertanto è quello il tempo nel quale le “energie” afferenti al “riscatto” dell’Umanità ed alla sua “risurrezione” (intesa come rinascita, rinnovamento, evoluzione …) producono i maggiori effetti.

Ma è evidente che v’è “qualcuno” (non necessariamente un solo determinato soggetto, ma anche un sistema, un insieme di soggetti o … altro!!) che da sempre (diciamo da qualche migliaio d’anni?) ha un’avversione profonda per quelle energie (le quali evidentemente disturbano un piano oscuro, affatto favorevole alla Creatura Umana) che da sempre cerca di osteggiare. Poi arriva il “covid-19 / coronavirus”, che manipolato ad-hoc riesce a scatenare una follia planetaria in grado di minare alla base l'intera società umana e giunge, prima ed unica volta nella storia dell'Uomo, a far sì che sia impedito lo svolgersi dei rituali quaresimali e pasquali in comunità (particolare questo di estrema importanza energetica), ossia a neutralizzare in larga misura gli effetti energetici derivanti dalla riunione attorno ad un altare di individui che celebrano la Risurrezione (al di là dei Credo, vista come “rinascita” dell’Uomo che si oppone alla schiavitù delle “tenebre”)!

Il "male" è forse (almeno per ora) riuscito nel disegno di "spegnere le luci" della trascendenza dell’Uomo?

La questione è d’una portata devastante, come mai prima è stato, se solo si riflette che perfino durante le orribili epidemie di peste le Genti si sono raccolte e si sono ancor più unite, e la peste infine è scomparsa e l’Uomo non si è estinto... ! Oggi, invece, per un'infezione virale che, dati ufficiali alla mano (basta andare a consultare i resoconti dell'Istituto Superiore di Sanità), sta mietendo molte meno vittime (su scala globale) di quanto hanno fatto le patologie bronco-polmonari delle epidemie influenzali del 2018 / 2019, sta venendo negata e vietata, con provvedimenti odiosi che richiamano alla memoria le peggiori forme dittatoriali, una tra le maggiori espressioni della spiritualità dell'Uomo. Un “qualcuno / qualcosa”, quindi, è giunto a “sprangare la porta” tra la materia del corpo e la Trascendenza, annichilendo una parte considerevole dell’Umanità …

Questa è la vera pandemia! Orrore ben più pernicioso del virus, perché potrebbe essere introduttivo ad un corso dell'umanità del tutto privo d'ogni forma di carità e di spiritualità.

Escatologicamente parlando, pare che si stia manifestando il più lugubre tra i segni dell'Apocalisse: l’espressione plateale e globale del "puro male".

Ci aspetta una guerra, al cui confronto tutti i conflitti della storia umana, per quanto orribili, saranno considerati alla stregua di “scaramucce”? Uno scontro che verosimilmente si concluderà con la battaglia finale … in tutti sensi?

Se ciò avverrà l’Uomo non s’illuda di poterne essere regista ovvero attore principale, perché la lotta (alla quale gli Umani parteciperanno, una parte schierandosi [ovvero omettendo di farlo] con l’oscurità e l’altra con la purezza della Luce) vedrà contrapposte forze inimmaginabili esogene a questo pianeta.

Forse, per quanto possa apparire paradossale, lo strumento “covid-19” ci sta offrendo un’ultima possibilità di scegliere (esplorando quanto di più interiore v’è in ciascuno di noi) se stare al buio ovvero se godere della Luce sempiterna.

Un abbraccio.

Gio

Beati

Beata/o è colui che di questi tempi medita

Beata/o è colui che sa fare tanto ma con poco

Beata/o è colui che non cerca nemici al di fuori

Beata/o è colui che fa pace con se stesso

Beata/o è colui che coltiva l’orto

Beata/o è colui che s’incanta in Natura

Beata/o è colui che rimane bambino ad ogni età

Beata/o è colui che comprende l’altro oltre le parole

Beata/o è colui che ricerca la Verità assoluta in Sé

Beata/o è colui che coltiva Amore incondizionato

Beate/i i beati che son meno dei beoti…