Coerenza

Come fiori belli e colorati, ma senza profumo, sono le dolci parole che non diventano azioni.
Buddha

La tragedia delle ciliege triangolari

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Il fatto è che l’essere umano, intorno ai cinque anni di età si presenta come la miniatura di un universo perfetto: chiede il perché di tutto, tocca tutto, si offre a tutti, esplora incessantemente il mondo che lo circonda, si muove senza sosta, gioca, canta, si difende, si dispera fino a ottenere ciò che vuole e i suoi stessi comportamenti sono un’arte, in quanto coincidono perfettamente con ciò che sente, prova, afferma, desidera e nega.
Poi questo capolavoro vivente (qualsiasi sia la sua origine sociale) approda nello spazio scolastico e viene immediatamente sottoposto a secche restrizioni: lo obbligano a star seduto, non può esprimersi o intervenire se non quando ”tocca a lui”.
Poi, quando chino sul foglio si abbandona con gioia alla propria creatività e disegna ciuffi di ciliege di forma triangolare di un delicato color rosa, implacabilmente ”la maestra” fa notare che ”No piccolo mio, stai attento, le ciliege non sono triangolari, sono rotonde”.
La grande mano della maestra imprigiona la manina smarrita e obbliga a correggere i triangoli in altrettanti cerchi.
”Così… così… E poi non sono rosa, sono rosse. Le ciliege sono rosse!”.
E da quell’istante ha inizio il percorso della sfiducia in se stessi indispensabile per sottomettere ogni essere umano e fargli credere sia ineluttabile negare a se stesso il tempo del gioco e della vita.
Quando la sottomissione alla fine dell’esperienza scolastica sarà tale da subire con tremore e ossequio la tortura di esami insensati e vessatori, in cambio riceverà il diploma.
Maturo.
Maturo a sottomettersi per tutta la vita a un lavoro di otto o dieci ore al giorno, insomma un ergastolo vestito da ”necessità sociale”…

Tesla – L’Uomo che inventò il XX Secolo

“La scienza non è altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”
Lunedì 12 marzo dalle ore 21:00 alle ore 22:30
Hangar Teatri
via Luigi Pecenco 10,
Trieste
Tutto è luce.

Lampi e tuoni sono i suoi giocattoli. I terremoti il suo passatempo. La corrente corrente alternata, la radio, il motore a induzione, i Raggi X, il radar, la bobina di Tesla… alcune delle sue invenzioni.
L’energia elettrica che illumina le nostre case, opera sua.
Ma l’energia libera, a disposizione di tutti, il suo sogno. Possibile, sostenibile, in armonia con la natura; progetto boicottato, ostacolato e nascosto. Il sogno di Nikola Tesla.

La storia dello scienziato serbo trapiantato a New York a fine ‘800 – i suoi rapporti con Edison, George Westinghouse, J.P. Morgan – è l’appassionante storia di un uomo geniale, controverso, difficile, assolutamente puro nei suoi intenti. Troppo avanti per i suoi tempi, allora come adesso. Per questo, nello spettacolo, l’unico posto dove si poteva collocarlo era fuori dal tempo.
Quando chiesero ad Einstein come si sentisse ad essere l’uomo più intelligente del mondo, rispose: “Non lo so, chiedetelo a Nikola Tesla”.

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regia di Barbara Sinicco
con Alessandro Predonzan
voci di Massimo Serli, Valentino Pagliei, Chiara Minca
strumenti scientifici Mamad Mohsen Darai
produzione Fabbrica delle Bucce

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Per informazioni:
info@teatrodeglisterpi.org | +39 380 8990075 | 040 0643023 | hangarteatri.com

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